martedì 27 settembre 2011

La perfezione

Troppo sbagliati o quasi.
Non basta la correzione.
Qui occorre la perfezione.
Perchè correggere è un pò come mettere delle "pecette" ad un qualcosa che di fondo non va.
Occorre la perfezione.
Così nessuno può dire che siamo esseri fondamentalmente errati ma corretti per raggiungere
l'essere normale.
La perfezione diviene un must.
Tutto deve essere perfetto : il cuore che pulsa ogni santo giorno a 76 bpm, la pressione a 120/80,
le analisi del sangue con percentuale dell'errore minore dello 0.000001, i muscoli sempre pronti
all'azione, il fiato dopo la corsa al minimo, la vista a 11/10, etc...
Chi sente di essere sbagliato vuole la perfezione.
Perchè la perfezione cancella ogni errore e ci rende perfetti.
Tutti ci ameranno (a me già succede, ma è un altro conto).
La chimera.
Laky Mera.

DanTheVoivod.

giovedì 22 settembre 2011

Protezioni dannose

L'errore di base è sempre il pensiero.
L'errore è la base del pensiero.
???
Molte volte penso che l'errore di base del mio pensiero è il seguente :
"Debbo pensare che c'è qualcosa di malato in me perchè se non lo facessi qualcosa di malato in me sicuramente ci sarà.".
Molte volte, se mi sorprendo a pensare che in realtà tutto è posto e non ho assolutamente niente che non và, la "sfiga" (di cui già abbiamo parlato) sicuramente si impadronirà di me!
Mai pensare che tutto è a posto, è un imperativo dettato dal fatto che se non ti preoccupi verrai sicuramente "bruciato" dalla sfortuna.
Quante volte abbiamo pensato ad un avvenimento del prossimo futuro pensando al peggio del peggio, ma poi in realtà non era così una situazione drammatica?
Quindi questa regola la utilizziamo per le nostre fobie.
Meglio pensare al peggio, così se veramente qualcosa c'è che non và non sarà mai così impressionante quanto me la sono immaginata io.

Una protezione.

Si sà, per certo, che le protezioni esagerate sono sempre dannose, pensate, che ne so, alle reazioni allergiche, agli shock anafilattici, etc... Tutte reazioni spropositate dell'organismo ad un qualcosa che alla maggioranza della popolazione non fa nulla o quasi.
Ma lì è la nostra "semplice" intelligenza, che la natura ci ha regalato, ad intervenire.
Noi dovremmo avere una intelligenza leggermente "superiore" e capire che le nostre protezioni sono dannose.

La strategia dell'ipocondriaco è errata e non funzionale.

E' errata, non funzionale, ed oltre ad essere inutile è anche dannosa.

DanTheVoivod

mercoledì 21 settembre 2011

La pazzia

Quante volte ho sognato ad occhi aperti di essere pazzo!
Innumerevoli.
Più che altro lo facevo per la mia amata di allora, una ragazza che mi aveva preso in prestito il cuore.
Sono passati quasi 20 anni ed ogni tanto la sogno ancora.
Immaginavo di stare dentro quelle stanze bianche con le protezioni ai muri e le mani legate.
E la "lei" che piangeva e che voleva chiedermi scusa, e che voleva abbracciarmi, e che voleva baciarmi.
Quanto è bello e sensazionale il nostro piccolo mostro (il cervello per i meno acuti).
I sogni sono qualcosa di realmente creativo e pazzesco dal punto di vista tecnico.
Pazzesco perchè i calcoli che deve fare il nostro piccolo agglomerato di unità di calcolo binario sono al di sopra di ogni possibilità degli attuali computer.
Vi rendete conto i pensieri avuti durante il giorno vengono transposti, relazionati, minimizzati, massimizzati e quant'altro (cosa che adesso non mi viene in mente), per porci (non i maiali) dinanzi ad un possibile evento che non si è mai avverato per calcolarne gli effetti?

Ebbene questa capacità di calcolo noi ipocondriaci la utilizziamo anche da svegli.

Pensate, per un attimo, a quando per un calcolo veloce siete giunti alla consapevolezza che quel mal di gola che avete è il risultato di un tumore maligno.
In un attimo calcolate tutta la vostra vita, non solo quella di un possibile e prossimo futuro, ma di un intera vita, magari sulla sedia a rotelle...

Pazzia?
No, fervida immaginazione.

DanTheVoivod

Oggi è tutto virtuale

Anche il mondo.
Come suggerisce l'autore di matrix, perchè non può essere che viviamo in un mondo fittizio?
Io, ad una domanda del genere, risponderei : "Io vivo sempre in un mondo fittizio, un mondo nel quale io devo essere per forza malato di qualcosa di incurabile!!!".
"Cui prodest" direbbero i latini.
Vedete, non sempre il male serve a far male.
Una ipotetitica malattia incurabile potrebbe essere il trampolino di lancio verso la libertà... Ci avete mai pensato?
Pensa che bello, domani ti dicono che hai 2 mesi di vita per un tumore all'ultimo stadio.
Ca**o, 2 mesi di vita... Ma è sensazionale!!! Posso fare quello che mi pare tanto poi morrò!
Hmmm...
Come "sensazionale"???
Forse c'è qualcosina che non va.
O forse no.
Il risultato finale di questo pensiero sarebbe : "Io voglio vivere ma non posso a meno che non debba morire dopo domani".
???
Meditate gente, meditate.

DanTheVoivod

Il perchè del perchè

A volte chiedersi il perchè di un determinato evento è un pò come non osservarlo.
La cultura orientale ci consiglia il "non intervento".
La cultura orientale ci consiglia l'osservazione, la partecipazione non attiva.
A volte ho pensato, e "cercato la volontà", di essere il classico indianino seduto sulla riva di un fiume, in completa tranquillità, ad osservarlo scorrere lentamente, ed anche se passasse il corpo del proprio nemico di rimanere immobile senza provare nè risentimenti, nè avversità, nè odio... Nulla.
E' questo il mio obiettivo?
Da  una parte sì.
La desensibilizzazione, magari a comando.
Quando ogni singola emozione ti penetra fino al midollo anche quando non vorresti è una sensazione destabilizzante.
Ti senti come la classica foglia fatta rimbalzare qua e là dal vento.
Ma cosa c'è di male in questo?
Niente.
Solo che per noi  essere sbalzati a destra e sinistra dagli eventi è un pò come sedersi dinanzi un plotone di esecuzione.
Solo questo.
Solo.
S.

DanTheVoivod

venerdì 16 settembre 2011

Abitudini errate

Quali abitudini?
Lavarsi i denti la sera?
Farsi la doccia la mattina?

Vedete queste abitudini servono a mantenere l'igiene.
Solitamente si parla anche di igiene mentale, no?
Le abitudine errate, quando si parla di corpo, sono il mangiare male, fumare, non lavarsi, etc...
Le abitudini errate, quelle che ci interressano in questo blog, sono quelle mentali.
Sembra una cretinata, ma a rifletterci bene è molto piú interessante di quello che sembra a prima vista.
Proseguendo nel paragone sarebbe altrettanto interessante provare qualche mattina a farsi una bella doccia alla nostra mente, lavare i denti al nostro cervello e fare la "cacchina" dal nostro cervelletto.
Si può certamente immaginare, e quindi nel nostro caso rendere reale, queste azioni ogni santa mattina, fino a quando non diventino abitudini salutari.

Un pessimista ed altrettanto realista come me che dice queste cose?

D'altronde io non ho più speranza quindi per me ogni cosa può essere tentata, non vi pare?

Immaginare, immaginare, noi abbiamo un potere smisurato utilizzato nel migliore dei modi per gli scopi peggiori : la nostra mente.

Ciao a tutti (???)

DanTheVoivod
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venerdì 9 settembre 2011

Ipocondria e sigarette


Hu?

Io sono un accanito fumatore, circa 40 sigarette al giorno, e il nesso con le sigarette lo spiego subito visto che di primo acchitto è un pó difficile da concepire.

Questa estate ho smesso di fumare per un giorno intero.

Non sembra molto ma dovete pensare che era da 25 anni che non avevo mai interrotto (fumo anche con 40 di febbre).

Niente di così incredibile, semplicemente non fumavo ma stavo molto giú.

La mia compagna nel vedermi cosí mi disse : "dai non si puó fare cosí da 40 a 0 in un giorno fumatene una ogni 2 ore!".

Dissi : "vabbeh, una sola" ma senza esserne tanto felice, insomma non al livello del drogato che dopo l'astinenza gli danno una dose.

Me la fumai tranquillamente e la spensi.

Dissi : "Mah, sinceramente me l'aspettavo piú buona, invece niente di che!".

Un lampo mi traversó il cervello : "ho smesso???".

Trascorsero neanche 15 minuti e mi venne subito la voglia di un altra!

Vergogna e l'accesi.

Ne basta una sola che ricominci.

...

Un giorno decisi di smettere di torturarmi con le ipocondrie e le paranoie e per un giorno ci riuscii.

Poi mi dissi : "cavolo, ma che è cosí semplice?".

Il giorno dopo, non mi ricordo per quale motivo, cominciai a preoccuparmi per una cosa e di nuovo paranoie.

Risultato :

Ne basta una sola (volta) che ricominci.

DanTheVoivod

giovedì 8 settembre 2011

La depressione


Si, è lei.

In molti dicono che la depressione è la fonte di tutti i male, io so per certo che nei momenti, non dico rari ma quasi ci siamo, che mi sento felice, contento e soffisfatto non sto li a rimuginare sul mio stato di salute.

É tutto molto piú scorrevole.

Gli eventuali dolorini rimangono tali, senza sfociare in catastrofiche quanto improbabili patologie.

La depressione...

Forse lei non è parte del quadro, ma il quadro stesso.

E la ragione sarebbe alquanto semplice, visto che essere depressi significa fondamentalmente non avere molta voglia di vivere, e nell'attesa di cessare di esistere si sta attenti a qualsiasi segnalino che da il corpo.

Potrebbe essere il segnalino finale, quindi attenzione!

Il tutto condito da una sensazione di desiderio/paura, tipo volare.

Se invece nella vita va tutto bene, allora il desiderio/paura di morire scompare ed i dolorini sono esattamente quello che sono : dolorini.

Forse questo discorso è un pó riduzionistico e semplicistico, peró per me funziona.


Dovrei provare degli antidepressivi, ma non l'ho mai fatto, di solo come antidepressivo uso qualche birra, e debbo dire che molte cose scompaiono.

Chissà...

DanTheVoivod

mercoledì 7 settembre 2011

Il controllo

Paura di perdere il controllo.

Il mio corpo è una macchina, è la mia macchina e sono io a controllarla.

Un parametro va fuori range...Allarme! La mia macchina non mi risponde piú

QUALCOSA NON VA' NELLA MIA MACCHINA! MI SENTITE???? LA MIA MACCHINA VA DA SE!!!

"Cosa è successo?" Chiede un signore vicino.

"Ieri a quest'ora avevo 72.4 pulsazioni al minuto mentre oggi sono 73.1! Penso che la mia macchina stia impazzendo, che ne so un infarto! Aiuto!"

Controllo.

Tutto sotto controllo... Ma non è la variazione a creare il panico, perchè se avessi fatto un paio di scalini le pulsazioni sarebbe aumentate a causa di uno sforzo, e questa logica la conosciamo da quasi prima che nascessimo.

E il motivo non che conosciamo che ci spaventa, in poche parole l'ignoto.

Perchè se ieri avevo tot ora ho tit?

Il medico ci risponderà : "e' normale, lei non è una macchina!"

Ci crediamo temporaneamente, ma è solo una comprensione razionale, non intima.

Come dire ad un cieco : "sai esiste il cielo blu e ci sono gli uccelli che volano e nuvole...".

Poi gli spieghi come sono fatti gli uccelli e le nuvole e lui comincia ad immaginare.

Un giorno, dopo l'operazione, apre gli occhi e vede il cielo, gli uccelli, e le nuvole e dice :

"...E quelli cosa sono, e quegli altri?".

Questa è la differenza tra comprensione intima e comprensione logica.

E chiunque ci dice : "lei non ha un bel cavolo di niente, perchè le analisi sono buone", lo comprendiamo si, ma in maniera logica.

Per poterlo comprendere in maniera intima dovremmo guardare direttamente dentro di noi, prendere ed osservare sotto ogni aspetto metri e metri di interiora, prendere il cuore in mano e girarlo tra le dita, etc...

Vista l'impossibilità delle operazioni sopra-elencate rimaniamo con la comprensione logica, finquando un evento esterno non ci cambia dentro.

Ma quale evento esterno?

Penso che ognuno di noi sia in attesa di quel gesto, quella frase, quella immagine che ci cambierà il modo di pensare, ma comincio a dubitarne.

DanTheVoivod

martedì 6 settembre 2011

La paura

Penso che la paura principale dell'ipocondriaco, me in prima fila, nasce da una lotta intestina (non a caso).

Per una persona normale esiste il buono ed il cattivo.

Per me esiste sia il buono che il cattivo nello stesso istante; Un concetto un pò quantistico certo ne sono cosciente.

E queste fluttuazioni sono fonte delle mie paure, perchè noostante abbia la possibilità di scegliere tra il bene ed il male scelgo sempre il male.

Come una sorta di auto-punizione per chissà quale peccato abbia compiuto.

Beninteso non si tratta di male del tipo "picchio un bambino" o del bene tipo "lascio l'elemosina al poverello".

Parlo di pensieri positivi e negativi, per tutto quello che positivo o negativo vogliano dire.

Penso che anche in questo discorso c'entri la memoria, come per la sfiga del post precedente.

La memoria che, in determinate situazioni, ha sempre vinto il negativo, e questa convinzione fa pendere sempre la bilancia dalla solita parte tanto che il nome bilancia perde così di significato.

A volte mi chiedo perchè mi voglio cosí male, ma questo penso ve lo sarete chiesto anche voi che leggete.

La psicologia dice "cerca di capire il perchè" così portando tutto alla coscienza è più semplice da risolvere, mentre la PNL dice "fregatene del perchè e cancella semplicemente il problema...".

Decisamente propendo per la PNL perché si avvicina piú alla mia idea di programmatore.

Non sono in cura da nessuno psicologo/psichiatra e non seguo nessun corso PNL, anche perchè credo che il mio scopo qui sulla terra sia arrivare al nirvana.

E per giungere al nirvana occorre tanta sofferenza, ma tanta proprio tanta perchè bisogna esserne sazi e gettarla come spazzatura.

DanTheVoivod

La sfiga

Il mio problema, probabilmente è anche quello di alcuni di voi che leggete, è la sfiga.

Altro che murphy e la sua legge!

Quando il link tra sintomi e patologie di una certa importanza è ormai assodato, il resto lo fa la nostra propensione al pensiero sfigato.

Perchè con la nostra mente torniamo indietro nel passato e vediamo scene tratte dal nostro film dove quando non ci aspettavamo una determinata cosa, perché improbabile, succedeva sempre!

Avete presente, ad esempio, "non ho studiato, mi ha già interrogato l'altro ieri, te pare che...".

Puntualmente, come un orologio atomico, venivi fregato.

Da qui la demonizzazione della frase "te pare che".

Toglietela dalla vostra mente perché è un catalizzatore di sfiga veramente eccezziunale.

Quindi la propensione alla sfiga è uno dei fattori che scatenano l'ipocondria.

I fattori completi sono :

1. Propensione alla sfiga.

2. Eccessiva sensibilitá

3. Lunghi periodi di solitudine

4. Madre ansiosa

5. Stress

Vi spiego perché.

Mia madre era ansiosa, assolutamente non fortunata (a parte avermi avuto), il babbo era presente solo fisicamente, viveva stressata ed era molto sensibile.

Mia madre ora non c'é piú saranno passati 12 anni adesso.

:Non ho molti ricordi di lei, ma quando a 38 circa andò a farsi vedere quello strano gnocchetto sul seno tutti dissero che non era niente: solo ansia.

10 anni dopo morì per cancro al seno.

Quindi la sfiga c'entra eccome!

Quindi potrei avere piú che dei buoni motivi per essere ipocondriaco.

Quindi anche io saró sfigato come mia madre morta a soli 48 anni.

Quindi la razionalitá vince sempre, perché fa operazioni logiche tipo 1+1+1 fa sempre 6/2!

Ed é proprio questo raziocinio ad essere fatale.

Che debbo dire, di qualche cosa dovremo pure morire, no?

DanTheVoivod

lunedì 5 settembre 2011

Malati immaginari

Malati si, immaginari pure.

O forse sarebbe piú corretto dire malati di immagine, o ancora meglio immagini malate.

L'ultima definizione per me è la più appropriata, perchè è l'immagine di noi che è malata.

Le immagini mentali hanno un potere indiscusso (si dia uno sguardo alla PNL), ed è tramite esse che è possibile comunicare con il nostro subconscio, e questo tipo di comunicazione è comunque bidirezionale.

Certo nessuno ci ha mai insegnato ad usare le immagini mentali per poter comandare il nostro gigante buono (definizione presa da un libro di un "non ricordo chi"), ed è per questo che tutto risulta così impossibile ed incredibile.

Ma uno sguardo più approfondito a ciò che noi ipocondriaci facciamo ogni volta che un dolorino si affaccia alla nostra coscienza ci permetterà di capire cosa sono le immagini ed il loro potere immenso.

Penso comunque che ci siano diverse provenienze di queste immagini.

Quelle dell'ipocondriaco vengono stimolate da una immagine confusa che origina dal subconscio e che viene in seguito amplificata, sia in qualità che in quantità, dalla nostra mente cosciente.

Perchè tutto questo?

Perchè é tutto molto piú semplice.

Perchè stare per morire significa finalmente togliersi dall'impaccio di esistere.

E ciò ci spaventa ma anche ci consola.

DanTheVoivod

Solitudine


Le gioie possono essere condivise, i dolori no.

Soprattutto i dolori dell'anima.

A volte si crede di poter essere in simbiosi con un'altra persona, ma nel dolore la cosa diviene

alquanto difficile.

Ma perchè difficile?

Non deve mica essere un obbligo, no?

Eppure lo si vorrebbe.

Per sentirsi più vicini all'altro.

Ma come disse quello, si nasce da soli e si muore da soli.

E' come se i nostri universi anche se parte di un universo decisamente più complesso fossero

separati.

Ma chi separa un universo dall'altro sono solamente gli stessi universi perchè il loro modo

di comunicare è alquanto semplicistico e limitato.

Esattamente come i nostri ipocondri.

Anche loro fanno parte del nostro universo, ma hanno un modo di comunicare molto arcaico.

La loro sintassi è quasi binaria (o c'è qualcosa o non c'è) e la loro semantica idem

(o male o bene).

Le sfumature binarie (inesistenti dal punto di vista informatico) sono inutili, ma stranamente

non complementari :

lo stare quasi male non significa stare bene, ma stare quasi bene non significa comunque stare

bene.

Quindi, come vedete, come la metti la metti : e' estremamente più semplice stare male che bene.

Questo perchè?

Perchè in natura si cerca di risparmiare sempre, e ad ogni costo.

Per stare male basta non fare nulla, per stare bene occorre pazienza, passione, sacrificio e tante

altre cose.

Questo perchè stare bene significa "ordine".

E per fare ordine, dalle più semplici leggi fisiche, ci vuole energia, o almeno molta di più di

quanta ne occorrebbe per fare disordine.

Ma tutto questo cosa a che fare con la solitudine?

Forse perchè è solamente un monologo?

Saluti.

DanTheVoivod

Perchè le emozioni se la prendono con noi?




Basta con l'idea 800esca del corpo e della mente.

Chi soffre di ipocondria sa benissimo che il corpo e la mente (piú precisamente la mente ed il corpo) sono praticamente la stessa cosa.

O meglio, sono espressioni della stessa energia su livelli differenti.

Il pensare significa incanalare l'energia del livello inferiore.

Ma perchè abbiamo tutta questa energia da dover incanalare a livelli inferiori?

Emozioni?

Beh, le emozioni sono una esplosione di energia, allora sono le emozioni il nostro problema?

Le emozioni...

Avete mai messo una mano in mezzo ad un rivolo di acqua?

Cosa succede?

L'acqua si accumula, si accumula e si accumula fino a che l'acqua comunque ed in ogni caso strariperà!

Queste sono le emozioni : energia che invece di scorrere liberamente nel nostro corpo viene fermata, inibita, arrestata fino a quando con la falsa certezza di aver interrotto quel flusso questa con risate isteriche e menefreghiste ci guarda e continua il suo naturale fluire...

Si, fluire, l'energia di cui parlo è un fluido.

Ma cosa succede se questo eccesso di energia si concentra su un organo specifico del nostro corpo?

Cosa succede?

Succede che non essendo capace di smaltirla funziona male.

E di conseguenza anche noi.


DanTheVoivod

domenica 4 settembre 2011

Come mettere le proprie interiora su internet

Sarà uno sballo.
Come riuscire a vomitare tutta la melma che si agita in noi e riversarla nel mondo digitale?
Semplice.
E' un pò come andare in bagno.
Non ti chiedi nè come potrai fare, e nè se ce la farai.
Ci vai e la natura segue il proprio percorso.
Non ci si chiede perchè lo si fa, lo si fa e basta.
E' un desiderio al di sopra dei desideri.
Ma come riuscire ad applicare questa regola anche con le interiora?
Hmmm... Una buona domanda, che esige un'altrettanto buona risposta :
Non ci si deve chiedere come, lo si fa e basta!
Il chiedersi come mette in gioco il nostro potentissimo amico/nemico che è la coscienza.
Quindi vade retro "santana" e cerchiamo di connettere quelle maledette interiora putrefatte alle nostre
carissime dita.

E come disse un tecnico elettricista : "Verba scripta", e come dico io, da bravo informatico : "verba volant, javascripta manent!".

Saluti a tutti.
DanTheVoivod

Benvenuti

Benvenuti!

Questo blog, il mio primo, ha l'intenzione di poter far esprimere apertamente le nostre "interiora", visto che "loro" difficilmente riescono a comunicare con noi con un linguaggio intellegibile.

E se invece si riuscisse a creare un canale di comunicazione tra le nostre viscere e le nostre dita forse potrebbero smetterla di "bestemmiare" nel linguaggio "corpesco" e potrebbero darci indizi più precisi sul malessere che regna nelle nostre "interiorità".

Quando parlo di "interiora" mi riferisco alla etimologia del termine ipocondria, ed è la seguente (tratta da wikipedia) :

"Il termine ipocondria deriva dal greco ὑποχόνδρια, composta dal suffisso ὑπο= sotto e χόνδριος= cartilagine del diaframma costale, a indicare un malessere, noto già in epoca antica, che si riteneva localizzato nella fascia addominale."

Quindi per riassumere noi ipocondriaci siamo in tutta sostanza questi quà :
"...Ah, un dolorino lì più il dolorino là potrebbe essere tumore, fammi andare su internet : "dolorino lì tumore...".
La risposta del grande medico Google sarà la seguente :
"Se oltre al dolorino lì hai anche un dolorino là può essere una metastasi".

---BLACK OUT---

Il tempo si ferma, il cuore pure, le pupille si dilatano, il sudore diviene freddo... Azz!
Il dolorino lì diviene più forte, come anche il dolorino là, in più si aggiunge il dolorino qua...Pronto Soccorso!!!

Che vitaccia la nostra!

Chiunque è benvenuto quì dove le viscere hanno finalmente una voce!

Buoni post a tutti!

DanTheVoivod